Le nostre aziende stanno attraversando una delle crisi più profonde degli ultimi anni e il rischio che molte non riaprano è alto.
Il governo Draghi sta mostrando una spiccata continuità con i provvedimenti del governo Conte. E non solo per l'uso dei DPCM che servono, ancora, per prescrivere restrizioni. Una delle ultime novità in campo economico è la proroga del blocco ai licenziamenti, originariamente prevista fino al 31 marzo e non per tutti i casi, e alla cassa integrazione.
Al netto di queste misure che servono a tamponare o al massimo a rimandare il problema, la vera criticità è nella tenuta delle aziende. I tanti soldi spesi potranno davvero salvaguardare le aziende? Per quanto? Alla fine il risveglio non sarà peggiore? E quindi il numero di italiani senza lavoro non andrà a crescere drasticamente?
Sono in molti adesso a dubitare anche dell'efficacia di queste misure. La copiosa quantità di risorse riversate nel sistema, risorse che producono debito, può sì evitare fallimenti di massa ma è comunque limitata nel tempo per sua stessa natura. In più viene da chiedersi se abbia un reale senso economico sostenere delle imprese tecnicamente già fallite.
Molto interessante è uno studio di lavoce.info. Di 500mila aziende considerate sicure sotto il profilo del credito prima della pandemia, 308 rimangono tali anche dopo. Ben 81mila sono classificate come rischiose.
Focus: le imprese femminili
La vera emancipazione della Donna passa dal lavoro. E dal fare impresa, quindi dal creare lavoro per la comunità. Non semplice in Italia e non solo per una cultura spesso ostile ad un’affermazione della donna (ne abbiamo parlato anche noi di recente, con ironia) ma anche per tutti quei lacci e lacciuoli che ostacolano l’iniziativa privata.
Come purtroppo prevedibile, anche le imprese a guida femminile hanno subito un calo sensibile a causa della pandemia: 4mila in meno rispetto al 2019 a dati di Confesercenti, il calo peggiore dal 2014 ad oggi. Il Centro Italia è l’area che soffre di più rispetto alle altre con oltre 2000 mila in meno.
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