Di fronte alle più o meno palesi irregolarità della Pubblica Amministrazione, il cittadino può scegliere se e come rivalersi.
Il rapporto con la Pubblica Amministrazione spesso non è semplice, né lineare: si tratta di un organismo complesso, stratificato, regolato da leggi spesso incomprensibili, che applica prassi spesso illogiche, irrazionali e defatiganti, e che opera tenendo conto di ogni puntiglio, evitando di prendersi responsabilità, proprio in ragione delle molte leggi. L'Ordinamento italiano riconosce un ruolo di primo piano al pubblico, chiamato spesso a intervenire direttamente nella vita economica e sociale del Paese, e nel far questo lo responsabilizza. O almeno dovrebbe essere così.
Come abbiamo già visto, ci sono dei casi, sempre più frequenti e consolidati, dove l'amministrazione non risponde e il suo silenzio costituisce un parere favorevole, purché con molti paletti e riserve: insomma, per evitare processi e altre spese, si è formato il "silenzio assenso".
Anche da queste prime riflessioni, si capisce come i rapporti cittadino-PA possano corrompersi facilmente a causa delle lungaggini, delle mancate risposte, della troppa arbitrarietà o anche di irregolarità di varia natura, che danneggiano uno o più cittadini e sulle quali si può cercare di intervenire in vario modo. Siamo passati a un livello successivo nelle nostre analisi sulla PA: non solo chiedere di rispondere, chiedere un parere ma rivalersi contro l’Ente a causa di un suo comportamento (o di un non comportamento).
Gli organismi a cui un cittadino il cittadino può rivolgersi sono generalmente tre. In primis, il più diretto ed accessibile è il Difensore Civico, che si offre come personalità mediana tra PA e cittadino più per correggere e stimolare l’Ente stesso che per sanzionarlo. L’Ispettorato per la Funzione Pubblica che, invece, vigila sul corretto comportamento della PA sotto molti profili, anche contabile, e ha una funzione principalmente ispettiva, di controllo, di vaglio delle segnalazioni che pervengono sui dipendenti, i funzionari e i dirigenti. Infine, la Corte dei conti che vigila sulla regolarità contabile.
Quando la denuncia arriva dall'interno
All’interno della Pubblica Amministrazione possono esserci reati e le cronache degli ultimi anni lo dimostra (corruzione, peculato e frode). La legge tutela coloro che scelgono di segnalare e denunciare irregolarità o illeciti dentro la PA ritenendo questa azione lodevole e perché permette di far emergere reati altrimenti nascosti e potrebbe scongiurare altri reati. Proprio per questo, seguendo l’esempio dei paesi di Common Law, è stato implementato. La legge 179 del 2017, che regolamenta il c.d. whistleblowing sul luogo di lavoro, istituisce, inoltre, maggiori tutele per il segnalatore, sia esso pubblico o privato, altrimenti esposto al rischio. È questo un sistema molto efficace perché spezza il pactum sceleris su cui si basano il reato e le opacità ad esso connesse.
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