Più che un gioco, il calciobalilla è un momento sociale, dove gli italiani da Nord a Sud si sono uniti e divisi, sognano di essere dentro Italia-Germania sulle vette di Città del Messico o al Mundial o ancora al Signal Iduna Park. Per questo, la decisione di imporre un nulla osta e conseguenti multe hanno fomentato grandi polemiche. La retromarcia non si è fatta attendere.

È la legge, bellezza. O il diavolo, che notoriamente sta nei dettagli, o nei cavilli, se si preferisce. Non bastava la ripresa a tentoni, non bastavano i costi delle utenze alle stelle, l'inflazione che morde stipendi e risparmi, qualche malcapitato, nel caso il titolare di uno stabilimento balneare in Puglia, è incappato in una multa per la mancanza di un'autocertificazione relativa al calciobalilla, noto gioco che ha accompagnato ore e ore di divertimento degli italiani. In sostanza, stando a quanto prescritto dall'Agenzia servirebbe un'autorizzazione, pena una multa che può arrivare anche ai 4000 euro. Nei fatti, si tratterebbe di una equiparazione, sebbene il calciobalilla non eroghi vincite, al videopoker e apparecchi simili.

Le polemiche non sono mancate. La retromarcia non si è fatta attendere: "Nessuna nuova regolamentazione è intervenuta per modificare la normativa di settore già esistente. I biliardini, come sempre, potranno essere liberamente installati in tutti i luoghi aperti al pubblico in continuità con le regole del passato e secondo le modalità già previste", si legge in una nota dell'Agenzia dei Monopoli e delle Dogane che valorizza il calciobalilla come "gioco della tradizione".

Nel frattempo, il Senato ha approvato un maxiemendamento al dl Pnrr secondo il quale, entro il 15 novembre di ogni anno l'Agenzia delle Dogane dovrà individuare gli apparecchi "meccanici ed elettromeccanici che non distribuiscono tagliandi" (tra cui rientrano i calciobalilla) che saranno esenti dall'obbligo di verifica tecnica e, quindi, del nulla osta dell'Agenzia oggi necessario. Per adesso, il calciobalilla è salvo.

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